Da quando David Bowie ha intrapreso il suo ultimo viaggio per tornare sul suo pianeta d’origine, il 10 gennaio 2016, continuano a susseguirsi omaggi e tributi da parte di tutto l’universo musicale e non solo. In molti hanno voluto organizzare eventi, blog o, più semplicemente, incidere delle cover o suonarle sul palco. Dai gruppi emergenti alle stelle più affermate il “fermento Bowie” ha pervaso la musica. Lo trovo giusto, in fondo stiamo parlando di uno degli artisti più geniali, innovativi ed influenti della storia della musica. Immagino che “Heroes” sia il brano più coverato degli ultimi anni, ed è proprio questo il punto. Come di consueto quasi tutti hanno cercato di riprodurre ed omaggiare i brani più rappresentativi finendo per risultare noiosi e pedanti. Può davvero essere che nella produzione infinita ed estremamente varia del Duca Bianco non si scelgano canzoni diverse dalle solite Heroes, Ashes to ashes et similia?
La soluzione l’hanno trovata gli Elarmir che secondo me hanno cambiato metro nella scelta del brano da suonare: non tra i più “caratterizzanti” e popolari, ma tra quelli che risultano più emblematici: Blackstar.
Titolo d’apertura del disco-epitaffio di Bowie, pubblicato come singolo pochi mesi prima e nell’album due giorni prima della sua morte, per i temi ed i concetti trattati molti l’hanno indicata come profezia della morte stessa dell’artista, malato di cancro. Tra gli addetti ai lavori, invece, il brano rimanda all’opera di uno scrittore sconosciuto ai più, morto suicida a 31 anni. Blackstar cita la “villa di Ormen” dove una candela e “i tuoi occhi” stanno “al centro di tutto”. Ormen – Il serpente è il romanzo che rivelò la breve stella dell’autore svedese Stig Dagerman. E’ alla sua storia oscura che rimanda il brano di Bowie, con relativo videoclip altrettanto inquietante. Aggiungiamo che Bowie, per incidere il disco, assoldò due talentuosi jazzisti dopo aver visto una loro performance in un locale di New York, aprendo di fatto la sua arte, come spesso accaduto durante la sua carriera, a nuovi generi e sperimentazioni sonore. Per il sottoscritto, Blackstar rappresenta un brano molto particolare: oltre ad essere uno dei più lunghi mai pubblicati dal Duca, di fatto è forse anche uno dei più “prog” della sua vasta produzione. Non sono mai stato contrario alle cover/tribute, a patto che NON risultino semplici spauracchi dell’originale. Per me se un artista suona un pezzo di un altro, deve far pesare il proprio stile, la propria personalità e le proprie convinzioni, per dare nuova linfa e nuova “vita” al brano stesso. Deve dargli la propria impronta.
E’ con queste premesse che ho ascoltato la versione di Blackstar incisa dagli Elarmir.
Band molto promettente del panorama musicale romano, annovera tra le sue fila il polistrumentista Alex Trotto (fondatore del combo), avvalendosi della voce del soprano Gabriella Aleo (della quale poco tempo fa abbiamo pubblicato un’intervista ed un live report di un suo spettacolo lirico). In questo brano poi c’è anche una sontuosa collaborazione con un musicista che non ha bisogno di presentazioni: Simon Hayward che, per dirne una soltanto, ha calcato i palchi di tutto il mondo suonando le Keyboards insieme ai Simple Minds.
Tecnicamente Blackstar è una canzone in tre movimenti distinti, qui rispettati dalla riscrittura metal di Trotto, che riesce in definitiva a dare nuova linfa al brano, infondendo, senza stravolgere, tutte le combinazioni genetiche che contraddistinguono gli Elarmir: metal, prog, epica, melodia, growl, tensione, adrenalina, sorpresa. Il risultato è sorprendente ed estremamente gradevole, anche quando nel movimento finale Trotto canta in Growl. Tecnica vocale tra le più dirompenti, qui si fonde invece con la melodia diventando un tutto con gli altri strumenti. L’esperimento risulta piacevole e per niente scontato. Gli Elarmir tornano prepotentemente sulla scena e lo fanno col botto: ho provato a digitare la parola Blackstar su Google e…dopo due o tre link che riportano direttamente a Bowie, ecco apparire il link al video degli Elarmir, che ha ottenuto un numero di visualizzazioni incredibile in nemmeno tre mesi: A mio parere il web sta elargendo il successo meritato dalla band capitolina. Merito della regia del videoclip, delle capacità compositive di Trotto, ma anche della superba voce, della prorompente presenza scenica e della forte teatralità della Aleo, che sfodera tutta la sua esperienza derivante dal suo alter ego lirico ed onirico.
Scelta del brano: 9
Arrangiamento: 9
Videoclip: 8
Voto complessivo: 8,5
Informazioni tecniche su Blackstar degli Elarmir:
Il video è stato girato da Giulio Di Gregorio della Mastema Agency.
Le acconciature per la Aleo sono state curate da Paolo Fuschini di Rockapelli.
I costumi sono creazioni di Federica Romoli di Obsessif e gli accessori di Simona Gallo di Black Coven Couture, che hanno curato il look, oltre a essersi prestate come comparse nel video assieme a Curzio Pratillo che è una mascotte Elarmir. Giorgio Paoletti che appare nel video è un artista da strada che si è prestato a uno dei frame più surreali del video.
Il make up è della Aleo stessa, studiato nel minimo dettaglio per restare fedele all’immagine di Bowie ma anche per dare qualcosa di retrò e di personale.
Arrangiamento metal e tutti gli strumenti musicali registrati da Alex Trotto, il quale ha inciso il tutto nel suo home studio.
Voci di Gabriella Aleo.
Tastiere: Simon Hayward (Simple Minds) – guest star d’eccezione.
Sponsor: Rockapelli, Black Coven Couture di Simona Gallo,Obsessif di Federica Romoli.